martedì 20 settembre 2011

Da Palm Cove a Mission Beach - 20 Settembre 2011

La spiaggia di Palm Cove
Dopo la notte trascorsa nel favoloso Mantra Anphora, ci svegliamo ritemprati alle 8.00. Incredibile ma vero, ci sono già dei bambini in piscina...ma come fanno???
Tempo di rimettere in valigia due cose e scendiamo per il check-in out. Un veloce sguardo alla spiaggia che non siamo riusciti a vedere la sera prima, un paio di foto e poi via. Oggi ce la prendiamo con comodo, forse troppo. Ci aspettano 160 kilometri tra strade di montagna e superstrada e dobbiamo arrivare a destinazione possibilmente di giorno : l'ultimo tratto per arrivare all'alloggio che ci aspetta a Mission Beach è a dir poco impervio e dobbiamo chiamare la reception perchè ci vengano a prendere con un 4x4. 
Di passaggio, vogliamo tornare al villaggio Kuranda e prendere un pò di souvenirs che avevamo adocchiato. Ci diamo un massimo di 2 ore per lo shopping, ma ne passeranno almeno 3...quel posto è favoloso! ne approfittiamo per fare anche colazione ed entriamo in uno dei tanti bar che ci sono. Il proprietario è stato 6 mesi a Lucca e mastica 4 parole di italiano. Ci fa un ottimo cappuccino e ci da due fette di torta degne di Nonna Papera. Mangiamo con appetito, paghiamo e ci rimettiamo in marcia. Tra un acquisto e l'altro, è quasi l'una e siamo ancora molto distanti dalla meta. E' il caso di darsi una mossa! partiamo e decidiamo che non ci saranno altre distrazioni fino a Mission Beach, nemmeno il pranzo. Arriviamo senza problemi al parcheggio ed incrociamo il pick-up che ci dovrà portare al Sanctuary insieme alle valigie. Attendiamo 5 minuti il suo ritorno, carichiamo i bagagli e cominciamo a salire. La strada ha un'inclinazione incredibile, fa fatica ad andar su persino il Landrover. Intorno a noi la natura è ancora più selvaggia di quanto avessimo immaginato, non deve essere stato uno scherzo costruire qui sopra e creare una via di accesso in mezzo a questa incredibile densità di alberi. Arrivati alla reception, il nostro autista ci chiede di accomodarci dentro per fare il chek-in. Il posto è magnifico : tutto open, tutto in legno. Sobrio ma elegante, veramente bellissimo. Su un lato c'è una vetrata altissima con vista sulla foresta. La reception è in una hall, che pero' è anche zona living, zona relax, bar e ristorante. L'arredamento è quanto di più azzeccato possa esserci in un posto come questo (nato per fare corsi di yoga), tutto si fonde con la natura e con i suoi colori, non stona nemmeno il colore dei tappeti! e per confermare ulteriormente lo stile un pò zen del posto, prima di entrare ci chiedono di toglierci le scarpe. Facciamo il check-in a piedi scalzi, non credo ci capiterà di nuovo ^_^. Scopriamo che il nostro alloggio è persino più spartano di quanto pensassimo : si tratta di una palafitta in mezzo alla foresta pluviale. All'esterno c'è un piccolo terrazzo ad L con due sedie di plastica. Gli alberi sono a 20 cm. da noi, tutto intorno. All'interno c'è un letto matrimoniale ed un comodino. Nessun piano d'appoggio, nessun armadio, solo 4 grucce appese al muro. Cio' nonostante ne siamo entusiasti! Paola ci aveva detto che era sicura ci sarebbe piaciuto, ma il fatto del bagno in comune mi aveva un pò bloccata. Invece è talmente bello il posto che la mancanza di qualche comfort è passato in secondo piano! posiamo le valigie in un angolo, tiriamo fuori lo stretto necessario e ci mettiamo il costume. Scendendo 30 metri rispetto al nostro alloggio c'è una piccola piscina in mezzo al verde. Gas si butta senza indugio, io misuro la temperatura dell'acqua con l'alluce destro e decido che il bagno oggi non mi va poi così tanto...mentre aspetto che il sirenetto faccia due bracciate (nel senso che due riesci a farne vista la grandezza della piscina), faccio qualche foto e mi faccio succhiare il sangue dai tafani!! finito il bagno, Gas si asciuga e scendiamo verso la spiaggia. Per salire e scendere le strade sono due : una percorribile solo con jeep e affini, l'altra a piedi. Quest'ultima è lunga 600 metri e, oltre ad essere piuttosto ripida, è anche discretamente dissestata. Sfortuna vuole che abbia dimenticato le mie scarpe da trekking in macchina e che indossi un paio di infradito...vi lascio immaginare la paura che mi ha accompagnata in questo percorso fino alla spiaggia, col pensiero di avere i piedi scoperti ed un sacco di animali velenosi in mezzo al verde! Secondo il ragazzo che ci ha dato qualche indicazione sul posto, il sentiero si percorre in circa 10 minuti. Io ce ne ho messi forse 4....volavo su arbusti e rocce come un'indemoniata. Arrivati al parcheggio, recupero le scarpe e le indosso in velocità. Nel frattempo i tafani si divertono a bersagliarci gambe e braccia.  La spiaggia è a 200 metri. Scendiamo e si, ancora una volta Paola aveva ragione, è bellissima. Ci sono solo 4 persone e possiamo fare qualche bella foto sfruttando la luce rossastra del tramonto. Abbiamo prenotato la cena per le 19.00, sono le 17.30. Ci rimettiamo in cammino e ci rendiamo conto di quanto sia davvero in pendenza la strada! dopo 10 minuti di camminata spezza-gambe, arriviamo in cima col battito a 200 e la necessità di una bella doccia. Prima, però, usiamo la scusa della foto al tramonto per sederci sulla panchina con vista sulla foresta. Siamo in meditazione (...cercavamo di riprendere fiato...) e Gas mi dice che a due metri da me c'è un enorme ragno nero. Ah beh, giusto per stare più tranquilla! tiriamo fuori le macchine fotografiche e bersagliamo di foto  il nostro aracnide. Qualche minuto dopo, il proprietario del posto ci informa con noncuranza che si tratta di un Golden Silk Weaver Spider, un ragno velenoso ma non mortale. Meno male, mi sento meglio a sapere che potrei cavarmela con sole 24 ore di atroci dolori...O_O  
OK, il tramonto va a farsi benedire, non ho nessuna intenzione di rischiare la vita per una stupida foto! Dopo la sudata appena fatta e con l'umidità che c'è, è il caso di farsi una doccia. Recuperiamo le nostre cose e ci dirigiamo nei bagni comuni. Non male, pensavo peggio. Alle 19.00 ci sediamo per la cena. Una decina di minuti dopo ci viene servito un piatto che resterà nella nostra memoria per la delicatezza e lo squisito mix di sapori. E' un filetto di quello che in lingua aborigena si chiama Barramundi, un pesce di fiume. Lo presentano su un letto di patate arroste e spinaci appena saltati ed una deliziosa salsa di senape e crema di cocco. A dir poco squisito!!! concludiamo con un dolce al cioccolato altrettanto buono. Voto : 10. Si sono giocati la lode con il caffè macchiato, discreto ma non eccezionale. O forse abbiamo sbagliato noi a chiederlo, da buoni italiani. 
Bene, sono le 21.40 e siamo rimasti solo io e Gas nella hall a scrivere sul pc...mi sa che è già ora di dormire da queste parti....buona notte a tutti! domani ci aspettano 540 kilometri per arrivare ad Airlie Beach.
Golden Silk orb-Weaver Spider

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