lunedì 26 settembre 2011

Da Sydney...a casa! - 25 Settembre 2011

Si dice esista il mal d'Africa, e ci crediamo. Noi di sicuro avremo il mal d'Australia per un bel pò. E' stato il viaggio più bello della nostra vita e ci ha riempito occhi e spirito di cose indimenticabili. Abbiamo visto una moltitudine di paesaggi in uno stesso continente e toccato climi diversi; abbiamo visitato la grande città ed i piccoli paesini ; abbiamo visto la terra rossa di Kangaroo Island ed il deserto di sabbia, colori meravigliosi, spiagge deserte ed acque limpide; la meravigliosa foresta pluviale , la barriera corallina e Whitehaven, una delle spiagge più belle del mondo; abbiamo camminato per ore senza mai stancarci e scattato centinaia di fotografie; abbiamo visto moltissimi animali, tra cui canguri, koala, ekidna, casuari, wallaby e persino le megattere; abbiamo  guidato per più di 2000 kilometri, volato per più di 60 ore, e percorso in volo almeno 50.000 kilometri.
Oggi, domenica 25 Settembre, siamo a poche ore dall'arrivo in patria e le sensazioni sono molte e contrastanti : la tristezza per il ritorno e per la fine di una luna di miele bellissima, la felicità per i bellissimi ricordi che questo paese ci ha regalato. L'emozione di riabbracciare i nostri pelosi, Axel ed Olivia, che ci sono mancati tantissimo.

I ringraziamenti sono doverosi :

- innanzitutto, grazie mamme, papà e fratelli per averci sostenuto in questo progetto e per averci aiutati a realizzarlo!! grazie a parenti ed amici che, con il loro contributo, hanno fatto si che potessimo tirar fuori un sogno dal cassetto. A chi era titubante e preferiva regalarci "qualcosa che rimanesse", diciamo che questo è il regalo più bello e "duraturo" che potessero farci. Di cuore, GRAZIE A TUTTI!!!!!!

- grazie a Paola Secoli di Progetto Australia, per la sua pazienza infinita durante la stesura dell'itinerario, per aver organizzato il nostro tour in modo impeccabile e per averci seguiti passo a passo in queste 3 settimane, telefonandoci ed assicurandosi che tutto stesse procedendo come da programma.  E' stato tutto perfetto, grazie!

- grazie ad Andrea e Nicoletta che ci hanno dato l'idea del blog, un modo per dare notizie di noi a casa e per fissare, di giorno in giorno, le emozioni e le sensazioni che le tante cose che abbiamo visto hanno suscitato in noi.

- grazie a chi ha avuto la pazienza di leggerci anche quando, presi dall'entusiasmo, abbiamo scritto pagine e pagine di diario. Forse non vi consolerà sapere che era solo una parte delle tante cose che abbiamo da raccontarvi! Ricambieremo con piacere il favore a chi, dopo il viaggio di nozze, ci ha subdolamente invitati per vedere "qualche" foto e ci ha inchiodati davanti alla TV con 3000 foto e svariate ore di video. Tenetevi forte ragazzi, mi sa che dovrete chiedere ferie per vedere il nostro reportage ;-)

- grazie alle nostre MBT che ci hanno permesso di camminare per kilometri senza problemi e, per di più, aiutandoci a rassodare glutei e cosce. Forse dovrei dire "aiutandoMI"...

- grazie mamma e papà per aver accudito le nostre piante durante la nostra assenza! dev'essere stato un lavoro non da poco ;-)

- grazie Electra, sapere i nostri due pelosi nelle sue zampe ci ha permesso di vivere questa esperienza senza ansia e sicuri che Axel ed Olivia si sarebbero sentiti in vacanza quanto noi!

- soprattutto, GRAZIE di cuore agli amici che domenica si sono fatti trovare in aeroporto per festeggiare il nostro ritorno dal viaggio di nozze!! io e Gas eravamo a dir poco increduli quando abbiamo visto il comitato di accoglienza, e troppo orgogliosi di avere amici come voi! ci avete fatto un bellissimo regalo ragazzi, non lo dimenticheremo mai...

Per maggiori informazioni sul nostro itinerario, curiosità, consigli e suggerimenti, siamo a disposizione! se dopo aver letto il nostro diario di bordo non vi sarete stancati troppo e vi sarà venuta voglia di partire, il nostro consiglio è di rivolgervi a www.progettoaustralia.it. Direttamente da Brisbane, italiani che vivono in Australia da anni, organizzeranno il vostro viaggio su misura al prezzo di un low cost e vi seguiranno per tutta la durata della vacanza. Provare per credere ;). Precisiamo che non riceviamo compensi per questa pubblicità e che siamo semplicemente clienti molto soddisfatti ^_^.

Ciao a tutti, ci vediamo alla prossima avventura!!!!!
Gli sposi Francesca e Gastone



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Sydney - 24 Settembre 2011


Ci svegliamo alle 8.00 per la prima volta in 3 settimane. Doccia, sistemazione bagagli, e rieccoci di nuovo in pista per l'ultima giornata australiana. Usciti dall'albergo cerchiamo un posto per fare colazione. Notiamo poco distante delle bancarelle in una piazzetta : è il mercato biologico che si tiene in questo quartiere ogni sabato mattina. Frutta, verdura, miele, succhi di frutta 100% naturali, pane, dolci...c'è di tutto! a questo punto ci fermiamo e decidiamo che la nostra colazione sarà al sacco, seduti su una panchina con apple pie in una mano e succo di frutta dall'altro. Indubbiamente la colazione più salutare che abbiamo fatto qui, oltre che la meno costosa!
Decidiamo di tornare nel quartiere The Rocks per acquistare dei souvenirs che avevamo visto all'inizio della vacanza. La brillante idea ci costa qualche altro kilometro a piedi in giro per la città, il quartiere non è proprio vicinissimo a dove ci troviamo noi. Poco male, il percorso si snoda tra vie piene di negozietti, i giardini botanici, The Domain ed il Circular Quay. Assaporiamo queste ultime ore a Sydney passeggiando rilassati e senza più l'ansia di fotografare la città da ogni angolazione (anche perchè avevo dimenticato la macchina fotografica in albergo...). Oggi sembriamo un pò meno turisti e un pochino più padroni del posto! The Rocks è senza dubbio il quartiere più caratteristico di Sydney e, di certo, il nostro preferito. Siamo fortunatissimi, oggi c'è il mercatino e la strada è piena di bancarelle che vendono ogni cosa e di stand gastronomici. Altro giro di souvenirs ed è ora di pranzo. L'appetito non è moltissimo, così optiamo per dei wraps, delle specie di piadine arrotolate e farcite con pollo al curry (spezia a quanto pare immancabile in ogni piatto) ed insalata, per niente male. Comincia a scendere una leggera pioggerellina e siamo costretti a rubare 1 metro quadrato di spazio sotto gli ombrelloni di un ristorante.
Ci incamminiamo e, ad un certo punto, notiamo della gente in mezzo alla strada ed un uomo steso a terra che si lamenta. Pensiamo sia stato investito e, da veri curiosi, ci fermiamo poco distante per vedere cos'è successo. La gente intorno all'uomo se ne va e con lui resta solo un ragazzo...a fargli lo stretching ad una gamba in mezzo ad una via principale! stava facendo footing e gli è preso un crampo mentre attraversava. La scena, vista dal vivo, è veramente esilarante anche perchè, appena questo si è riprende, si alza da terra correndo via come se nulla fosse, lasciando il suo soccorritore in mezzo alla carreggiata come uno scemo ^_^.
Le ore passano e, purtroppo, siamo costretti a rientrare in albergo, alle 15.45 passerà lo shuttle a prenderci per portarci in aeroporto. Questa volta prendiamo l'autobus, non c'è tempo per fare dei kilometri a piedi. Per l'ennesima volta, il pulmino arriva con 20 minuti di anticipo : accidenti, se non fossimo così puntuali, ci sarebbero saltati tutti i pick-up!
Salutiamo Sydney, la nostra vacanza è davvero finita, il volo Emirates per Venezia, via Bangkok e Dubai ci aspetta.

Da Airlie Beach a Sydney - 23 Settembre 2011


La nostra permanenza nel bellissimo Queensland volge al termine. Alle 12.20 passerà a prenderci lo shuttle per portarci all'aeroporto di Proserpine. L'idea era di alzarci con calma, almeno oggi. Purtroppo, però, sbaglio a leggere l'ora sul telefono e sveglio Gas alle 7.00...che torda! A questo punto il sonno è perso (si fa per dire) ed è inutile rimettersi a dormire. Facciamo una doccia e scendiamo per la colazione. Alle 9.00 usciamo per fare due passi, magari in centro. Aspettiamo 10 minuti alla fermata dell'autobus, ma sembra non passi nessuno. Non ci perdiamo d'animo e decidiamo di fare una passeggiata sul lungomare : i due passi diventeranno quasi 3 kilometri sotto il sole!
La camminata lungo il porto è bellissima e vale la pena farla con calma. E' venerdì mattina è c'è molta gente in ferie ad Airlie Beach (oppure molta gente che non ha bisogno di lavorare viste le case e gli yachts che ci sono da quelle parti...). Il nostro abbigliamento "da Sidney" non è l'ideale visto il caldo che fa e cerchiamo di stare all'ombra.
Proseguiamo la camminata e ci troviamo in un parco super affollato di famiglie con bambini : anche qui come a Cairns c'è Lagoon, una bellissima zona verde dotata di spazi per il picnic e zone barbeque da utilizzare liberamente, oltre ad una bellissima piscina. Ci sediamo in un bar e ci beviamo un caffè. La nostra vacanza sta volgendo al termine, e pagheremmo per poter godere di questo sole primaverile ancora per un pò.
Facciamo qualche acquisto e torniamo all'albergo in taxi. Fortunatamente, siamo come sempre in anticipo sulla tabella di marcia : lo shuttle arriva 20 minuti prima del previsto e non ci trova impreparati. La destinazione è l'aeroporto di Proserpine che dista qualche kilometro da Airlie Beach. Durante il tragitto guardiamo fuori dal finestrino e la malinconia si fa sentire. La nostra luna di miele si sta avviando al termine purtroppo.
L'aeroporto è quasi più piccolo di quello di Kingscote e, oltretutto, lo stanno ristrutturando e ampliando. Il caos regna sovrano e la sporcizia pure. Facciamo il check-in e andiamo al nostro gate : difficile sbagliare dal momento che ce ne sono 2 in tutto! attendiamo una mezz'ora e ci imbarchiamo. Passeremo per Brisbane prima di arrivare a Sydney. Entrambi i voli sono tranquilli e arriviamo a Sydney nel tardo pomeriggio.
L'autista che ci porta all'albergo, in zona Kings Cross, è un cinese un pò irascibile ed è lo stesso che ci era venuto a prendere all'arrivo a Sydney 3 settimane prima. Gli dico il nome dell'albergo, De Vere, e lui non capisce. Me lo ripete un pò piccato pronunciandolo in un modo tutto suo! io non avrò una pronuncia meravigliosa, ma accidenti la sua è molto peggio! poi quasi litiga con un ragazzo e ci fa 10 minuti di predica sul fatto che "questo è uno shuttle e non un taxi, se volete che arrivare fino a dentro la hall dell'albergo, scendete e arrangiatevi!". Le risate si sprecano per tutta la durata del viaggio ^_^.
Eccoci di nuovo a Sydney, da dove è iniziata la nostra luna di miele. La città ci accoglie con la solita temperatura e le solite condizioni meteo, 18 gradi e pioggia. Mi sembra di essere a Londra...
L'albergo è più decentrato rispetto a quello in cui avevamo alloggiato giorni fa, e lì per lì storgiamo un pò il naso. In realtà, Kings Cross ha un suo indiscutibile fascino ed ha meno l'aria della grande metropoli. Ci sono molti locali e ristoranti che offrono cucina internazionale e molti negozietti in cui si può acquistare senza svenarsi troppo. Per cena scegliamo il ristorante Malesiano; il cibo non è male e le porzioni piuttosto abbondanti. Il prezzo è degno di Sydney.Facciamo due passi per sgranchirci le gambe e digerire il pasto non leggerissimo e, verso le 23.00 torniamo in albergo.

sabato 24 settembre 2011

Airlie Beach e Whitsundays Island - 22 Settembre 2011

Il Maxi Ragamuffin 
Ore 7.00 : stamattina abbiamo preceduto la sveglia di 5 minuti, grande giorno oggi! Alle 8.00 abbiamo il pick-up dall'albergo e la destinazione è veramente da favola,Whitsundays e Whitehaven Beach, il mio sogno! Guardo fuori dalla finestra e mi dispero : il cielo è cupissimo e ci sono tutti i presupposti per una bruttta giornata di pioggia. "Ecco" dico a Gas, "1 anno che aspetto questo momento e guarda che razza di tempo c'è fuori. Non ci posso credere!!". Gas, da inguaribile ottimista, "sente" che il tempo migliorerà. Io sbuffo, delusa come non mai, infilo il costume e mi preparo.
Questa volta l'alloggio prevede anche la colazione, evvai! mentre beviamo il nostro caffelatte, sentiamo parlare veneto stretto....possibile?? eh si, sono proprio veneti! ci salutano e, quando rispondiamo, si entusiasmano nel capire che siamo italiani! ma la sorpresa è ancora più grande quando diciamo di essere veneti. Veniamo circondati da un pò di gente e scambiamo in pò di battute. Per la seconda volta in questo viaggio, abbiamo beccato la comitiva del Veneto Club di Melbourne! Ci chiedono se la sera saremo ancora lì e se cantiamo con loro qualche canzone veneta ^_^. Mmmmmh non male come programma per la serata hehehehehehehe
Il pullman passa puntualissimo e, dopo qualche altra fermata, si dirige al porto. Vista l'esperienza di qualche giorno fa sulla barriera corallina, mi aspettavo un'altro mega catamarano come quello che ci aveva portati sulla piattaforma in mezzo all'Oceano. Invece, ad aspettarci c'è una magnifica barca a vela! e chi se lo aspettava?? io e Gas siamo emozionatissimi, non abbiamo mai fatto una gita in barca a vela, e cominciare con una meta come questa ci sembra un sogno. L'equipaggio è in gamba e molto simpatico, la ciurma divertente. C'è vento ed il cielo è coperto, ma ci divertiamo un sacco e ci godiamo questa nuova esperienza. Tutta la ciurmaglia è chiamata a partecipare attivamente e, di tanto in tanto, ci viene chiesto di spostarci in un punto o nell'altro della barca per bilanciarla o di aiutara. La velocità è perfetta e leggiamo una certa soddisfazione negli occhi dello skipper. Passiamo tra una moltitudine di isole, più o meno grandi (sono 74 in tutto...), e cerchiamo di fare qualche foto decente. Purtroppo, il cielo basso ed un pò di foschia, non ci regalano le condizioni di luce migliori per fotografare tanta meraviglia.
Dopo 2 ore circa, aggiriamo un'isola e ci troviamo di fronte uno spettacolo stupendo : la bianchissima spiaggia di Whithaven Beach, 7 kilometri di sabbia candida!! davanti ai nostri occhi abbiamo un sogno che dura da 1 anno, siamo quasi increduli. L'acqua ha mille sfumature, sembra finta; a riva si vede qualche pesce. Lo skipper ancora la barca a 100 metri dalla spiaggia e fa preparare il gommone che ci porterà in riva. In due viaggi, tutti gli ospiti vengono portati sulla spiaggia. Incredibile ma vero, la previsione di Gas è giusta : le nuvole si aprono e si affaccia un sole bellissimo. Appoggiamo i piedi sulla sabbia e la sensazione è indescrivibile, sembra borotalco. Camminando, si ha una sensazione stranissima sotto i piedi, quasi come se scricchiolassero. In pochi minuti siamo tutti in costume e pronti per un bagno in queste acque cristalline. Mettiamo un piede in acqua ed è freddissima! mannaggia, un mare così bello non può essere così freddo! normalmente, mi rifiuto di buttarmi se l'acqua è gelida...ma qui siamo a Whithaven, come posso tornare a casa senza averci fatto una nuotata?! dotata di tutta la mia forza di volontà, mi immergo lentamente cercando  di prendere temperatura. Dopo qualche minuto mi butto e comincio a nuotare come una pazza per scaldarmi. Gas, ovviamente, è già immerso da mezz'ora...che meraviglia!!! galleggiamo e ci sembra di essere sospesi in aria da quanto l'acqua è trasparente! siamo felici come bambini, è davvero un paradiso questo. Usciti dall'acqua, ci aspetta un buffet sulla spiaggia. Mangiamo e nel frattempo ci guardiamo intorno. Whitehaven è stata definita una delle 10 spiagge più belle del mondo, per la precisione, sembra sia la quarta in graduatoria. A vederla, riesce difficile immaginare che esista addirittura qualcosa di più bello. Facciamo foto su foto, chissà se mai la rivedremo!
E' ora di risalire a bordo, peccato. Il gommone ci riporta a bordo del Maxi Ragamuffin, si salpa. Il vento è calato moltissimo e in più di un'occasione lo skipper è costretto ad andare a motore. Ad un certo punto, vediamo qualcuno alzarsi in piedi ed indicare un punto nell'Oceano : ma quella è una megattera!!!!! accidenti, non ci siamo fatti proprio mancare nulla in questa vacanza! ce n'è più di una e si divertono ad entrare ed uscire dall'acqua sbattendo la coda. Restiamo incantati ancora una volta, questo paese è incredibile e non sappiamo mai cosa ci riserva.
Alle 5 p.m. arriviamo in porto. Siamo felicissimi e e anche molto stanchi. Tornando all'albergo, ripensiamo alla giornata appena trascorsa, sarà indimenticabile.
Dopo la doccia, decidiamo di cenare in albergo; il centro dista quasi 3 kilometri e non abbiamo voglia di muoverci. Stasera carne e verdura! entrambi i piatti sono ottimi, il prezzo in linea con gli altri ristoranti.
Whitehaven Beach
Cadiamo dal sonno, sole e mare ci hanno distrutti oggi! alle 22.30 dormiamo.

mercoledì 21 settembre 2011

Da Mission Beach ad Airlie Beach - 21 Settembre 2011

L'alba vista dal Sanctuary - h. 6.15 a.m.
Ieri sera ho finito di aggiornare il blog subito dopo cena e pensavo saremmo andati a letto subito, ma non è stato così. La zona lettura e relax del Sanctuary offre, oltre ad un buona varietà di libri, anche giochi in scatola, una chitarra e un mazzo di carte da scala 40. Come resistere ad una sfida in mezzo alla foresta pluviale? Gas recupera le carte e mescola. Nel farlo, qualche carta si sbriciola ed un leggero pulviscolo ricopre una parte del divano in pelle marrone. Mi sa che non vengono utilizzate da almeno una decina d'anni...
Ci guardiamo intorno : sono solo le nove di sera, ma a parte noi ed il proprietario, gli altri ospiti sono già tutti a letto. Gli chiedo se deve chiudere e mi risponde che noi possiamo restare lì quanto vogliamo ; ci fa vedere come spegnere le luci e va a letto. Restiamo 5 minuti a stupirci per il fatto che non viene chiusa nessuna porta, a parte quella dove c'è la cassa. Anzi, l'ingresso non ha nemmeno una porta ed i finestroni che conducono nella balconata in legno hanno tutte le vetrate aperte. Potenzialmente chiunque potrebbe entrare, rubare qualsiasi cosa ed andarsene indisturbato. Di fatto, a nessuno verrebbe mai in mente di farlo. Sarà il nome, ma al Sanctuary si respira un'aria un pò mistica e, secondo me, viene percepita da chiunque abbia la fortuna di capitarci. 
La partita inizia e insieme a lei anche le nostre risate. Con un occhio controlliamo le carte e con l'altro teniamo d'occhio una gran varietà di insetti e di altri animali. Una rana colorata giace placidamente su uno dei tavoli del ristorante; un cavalletta gigantesca vola sopra le nostre teste e si sposta da un muro all'altro; uno strano insetto mi si appoggia sulla spalla, lo guardo e caccio quasi un urlo : sembra un piccolo scorpione! in realtà crediamo fosse una specie di falena, ma molto più grossa...e sinistra! la partita finisce 3 a 2 per Gas. Ho perso per colpa degli insetti, non c'è dubbio. 
Sono le 22.30 e andiamo a dormire. Il primo quarto d'ora dentro la palafitta lo passo facendo bonificare il locale a Gas. Da sotto le lenzuola lo dirigo nella ricerca di insetti, ragni e qualsiasi altro ospite indesiderato. Dopo aver educatamente messo alla porta una cavalletta, Gas riesce finalmente a mettersi a letto e mi trova avvolta nelle lenzuola come una larva, con solo il viso scoperto. Lì dentro non entra nemmeno una formica, ma la precauzione non è mai troppa! Gas mi guarda con compassione, spegne la luce e dorme dopo 10 secondi. Io, da dentro il mio bozzolo, faccio altrettanto. Ad una certa ora della notte mi sveglio ed il caldo mi costringe ad uscire da sotto le lenzuola. Un'arietta leggera entra dalla rete che ci circonda e mi rinfresca : finalmente mi godo l'esperienza di dormire in mezzo ad una foresta antichissima e in compagnia dagli animali che la abitano. Animali che sembrano essere tantissimi lì fuori! sentiamo versi di tutti i generi, tra i quali una specie di risata fortissima. Gas pensava fosse un gruppo di ragazzi che faceva baldoria...dietro alla testiera del letto ogni tanto si sente un fruscio sull'erba. C'è una vita frenetica di notte, e noi siamo nel cuore della festa. Con un occhio aperto ed uno chiuso, mi rimetto a dormire. Questa volta la sveglia non suona nemmeno e alle 6 e poco più io e Gas siamo in piedi con le macchine fotografiche in mano : non vogliamo perderci l'alba, è la prima che riusciamo a vedere. Andiamo nello stabile principale e saliamo le scale che, dalla zona cucina, portano alla hall. Da lì il panorama è incredibile e certamente avremo modo di fare delle belle foto. Appena arrivati in cima, Gas farfuglia qualcosa a proposito del Casuario. Certo, come no, dice di avere appena visto un casuario zampettare sul sentiero. Hehehehehehe sono 10 gg. che cerchiamo di vederne uno ed ora pretende di farmi credere che è lì a due passi da noi!! ridendo, arrivo in cima alle scale...e vedo un casuario!!! anzi, ce ne sono addirittura due! non capiamo più nulla! questa specie di struzzo nero è lì davanti a noi che si fa una passeggiata tra le palafitte e becca un pò d'acqua da un vaso. Non riusciamo a crederci : le strade sono piene di cartelli che avvertono della presenza di questi timidi uccelli, ma noi non abbiamo mai avuto la fortuna di vederne uno. Ora davanti a noi ce ne sono addirittura due e ci osservano un pò incuriositi e un pò in allerta. Arriva una coppia di americani che si dirige verso il bagno.Tentiamo inutilmente di fargli capire a gesti che non è il caso che procedano, ma è troppo tardi : girano l'angolo e quello che a noi sembra il maschio, gli si piazza davanti. Leggiamo il panico dietro gli occhiali del tipo, avere un casuario a meno di 1 metro non è una bella cosa. Lo sperone che hanno in testa e che, forse, usano per farsi spazio in mezzo alla vegetazione, ha anche ucciso delle persone. E' il maschio che cova le uova e le protegge da ogni pericolo, e guarda caso questa è la stagione degli amori! i due signori arretrano molto lentamente e si buttano in mezzo alla vegetazione per mimetizzarsi. Se non fosse che la situazione è davvero rischiosa, ci sarebbe da farsi una gran risata. Il maschio non li perde d'occhio e li tiene sotto tiro per almeno 5 minuti, fermo immobile. La femmina, nel frattempo, resta indietro di qualche metro ed osserva. Gas, incurante del momento drammatico che marito e moglie stanno vivendo in mezzo alla foresta, scatta foto a raffica, sia al simil struzzo che a loro...il pericolo rientra e la coppietta piumata continua la passeggiata romantica scendendo il sentiero. Gli americano sono salvi e noi abbiamo finalmente visto due esemplari di questo stranissimo uccello in via di estinzione.
Vogliamo partire prestissimo, oggi ci aspettano 600 kilometri per arrivare ad Airlie Beach e dobbiamo riconsegnare la macchina entro le 5 del pomeriggio. La colazione viene servita molto in ritardo e, alla fine, riusciamo a farci portare al parcheggio solo alle 9.00.  Per recuperare il tempo perduto, decidiamo di non fare soste se non strettamente necessarie. Il viaggio è lungo e spesso interrotto per via di lavori sul manto stradale, la strada è una sola e non abbiamo alternative. A dieci, quindici minuti di coda alla volta, le ore si allungano a dismisura. Siamo stanchi e si vede;cerco di stare sveglia per fare compagnia a Gas, ma non ho nemmeno la forza di parlare. Guardo fuori dal finestrino e vedo il paesaggio mutare di continuo : ad ogni viaggio in macchina, vediamo un'Australia diversa e questa cosa ci affascina moltissimo. Ormai siamo quasi arrivati, siamo a 40 kilometri da Airlie Beach e sembra che non ci siano altri stop per lavori in corso. Col morale un pò più alto, ripassiamo mentalmente le cose da fare all'arrivo. Dopo un paio di kilometri, notiamo del fumo salire dalla foresta. Abbiamo visto questa cosa altre volte, ma ora ci sembra diverso. Il fumo sale e si fa sempre più denso, notiamo dei rallentamenti. Ad un certo punto la colonna di macchine si ferma : di fronte a noi ci sono delle fiamme altissime ed il fumo, diventato nero, ricopre il cielo. Da dentro la macchina osserviamo questo spettacolo impressionante : ambulanze, vigili del fuoco, polizia ci sfilano di fianco. Non capiamo bene cosa sia successo, fatto sta che passa quasi mezz'ora e siamo ancora tutti fermi. Finalmente ci fanno passare e possiamo proseguire il viaggio. L'odore di bruciato ha invaso l'abitacolo e ci bruciano le narici.
Un pò affumicati, arriviamo ad Airlie Beach : sono quasi le 5 del pomeriggio e siamo in viaggio da più di 7 ore. Troviamo senza difficoltà il Club Crocodile che ci ospiterà per i prossimi due giorni. Il posto non è tra i più belli che abbiamo visto in questi giorni, ma non è male. Lasciamo le valigie in camera e, dal momento che dobbiamo restituire la macchina ad Europcar, andiamo a fare due passi in centro.
Airlie  Beach è una piccola località turistica con una via centrale e molti negozi e locali. Passando notiamo il porto ed i mega yacht attraccati. Però... Oggi abbiamo saltato il pranzo e la fame comincia a farsi sentire, quindi decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa. Non abbiamo pazienza di controllare i prezzi sui menù esposti, e ci dirigiamo verso il primo Mc Donald che troviamo. Il locale non si distingue certo per l'igiene, e quasi mi pento di non aver speso 22 dollari per una pizza margherita! alla fine mangiamo un panino appoggiando mezza natica sulla sedia e nemmeno un gomito sul tavolo. So già che la nostra leggerezza mi costerà almeno un mega bubbone sul viso domani mattina...
Per tornare in albergo, non potendo più contare sull'auto, prendiamo un taxi. Il nostro autista è una donna e la macchina è proprio da signora! USD 9,50 e siamo in albergo. Una bella doccia e finalmente un letto...domani mattina la sveglia suonerà di nuovo presto, alle 8.00 si parte per le Whitsundays, il mio sogno!
Il Cassowary
Buona notte tutti ;-)

martedì 20 settembre 2011

Da Palm Cove a Mission Beach - 20 Settembre 2011

La spiaggia di Palm Cove
Dopo la notte trascorsa nel favoloso Mantra Anphora, ci svegliamo ritemprati alle 8.00. Incredibile ma vero, ci sono già dei bambini in piscina...ma come fanno???
Tempo di rimettere in valigia due cose e scendiamo per il check-in out. Un veloce sguardo alla spiaggia che non siamo riusciti a vedere la sera prima, un paio di foto e poi via. Oggi ce la prendiamo con comodo, forse troppo. Ci aspettano 160 kilometri tra strade di montagna e superstrada e dobbiamo arrivare a destinazione possibilmente di giorno : l'ultimo tratto per arrivare all'alloggio che ci aspetta a Mission Beach è a dir poco impervio e dobbiamo chiamare la reception perchè ci vengano a prendere con un 4x4. 
Di passaggio, vogliamo tornare al villaggio Kuranda e prendere un pò di souvenirs che avevamo adocchiato. Ci diamo un massimo di 2 ore per lo shopping, ma ne passeranno almeno 3...quel posto è favoloso! ne approfittiamo per fare anche colazione ed entriamo in uno dei tanti bar che ci sono. Il proprietario è stato 6 mesi a Lucca e mastica 4 parole di italiano. Ci fa un ottimo cappuccino e ci da due fette di torta degne di Nonna Papera. Mangiamo con appetito, paghiamo e ci rimettiamo in marcia. Tra un acquisto e l'altro, è quasi l'una e siamo ancora molto distanti dalla meta. E' il caso di darsi una mossa! partiamo e decidiamo che non ci saranno altre distrazioni fino a Mission Beach, nemmeno il pranzo. Arriviamo senza problemi al parcheggio ed incrociamo il pick-up che ci dovrà portare al Sanctuary insieme alle valigie. Attendiamo 5 minuti il suo ritorno, carichiamo i bagagli e cominciamo a salire. La strada ha un'inclinazione incredibile, fa fatica ad andar su persino il Landrover. Intorno a noi la natura è ancora più selvaggia di quanto avessimo immaginato, non deve essere stato uno scherzo costruire qui sopra e creare una via di accesso in mezzo a questa incredibile densità di alberi. Arrivati alla reception, il nostro autista ci chiede di accomodarci dentro per fare il chek-in. Il posto è magnifico : tutto open, tutto in legno. Sobrio ma elegante, veramente bellissimo. Su un lato c'è una vetrata altissima con vista sulla foresta. La reception è in una hall, che pero' è anche zona living, zona relax, bar e ristorante. L'arredamento è quanto di più azzeccato possa esserci in un posto come questo (nato per fare corsi di yoga), tutto si fonde con la natura e con i suoi colori, non stona nemmeno il colore dei tappeti! e per confermare ulteriormente lo stile un pò zen del posto, prima di entrare ci chiedono di toglierci le scarpe. Facciamo il check-in a piedi scalzi, non credo ci capiterà di nuovo ^_^. Scopriamo che il nostro alloggio è persino più spartano di quanto pensassimo : si tratta di una palafitta in mezzo alla foresta pluviale. All'esterno c'è un piccolo terrazzo ad L con due sedie di plastica. Gli alberi sono a 20 cm. da noi, tutto intorno. All'interno c'è un letto matrimoniale ed un comodino. Nessun piano d'appoggio, nessun armadio, solo 4 grucce appese al muro. Cio' nonostante ne siamo entusiasti! Paola ci aveva detto che era sicura ci sarebbe piaciuto, ma il fatto del bagno in comune mi aveva un pò bloccata. Invece è talmente bello il posto che la mancanza di qualche comfort è passato in secondo piano! posiamo le valigie in un angolo, tiriamo fuori lo stretto necessario e ci mettiamo il costume. Scendendo 30 metri rispetto al nostro alloggio c'è una piccola piscina in mezzo al verde. Gas si butta senza indugio, io misuro la temperatura dell'acqua con l'alluce destro e decido che il bagno oggi non mi va poi così tanto...mentre aspetto che il sirenetto faccia due bracciate (nel senso che due riesci a farne vista la grandezza della piscina), faccio qualche foto e mi faccio succhiare il sangue dai tafani!! finito il bagno, Gas si asciuga e scendiamo verso la spiaggia. Per salire e scendere le strade sono due : una percorribile solo con jeep e affini, l'altra a piedi. Quest'ultima è lunga 600 metri e, oltre ad essere piuttosto ripida, è anche discretamente dissestata. Sfortuna vuole che abbia dimenticato le mie scarpe da trekking in macchina e che indossi un paio di infradito...vi lascio immaginare la paura che mi ha accompagnata in questo percorso fino alla spiaggia, col pensiero di avere i piedi scoperti ed un sacco di animali velenosi in mezzo al verde! Secondo il ragazzo che ci ha dato qualche indicazione sul posto, il sentiero si percorre in circa 10 minuti. Io ce ne ho messi forse 4....volavo su arbusti e rocce come un'indemoniata. Arrivati al parcheggio, recupero le scarpe e le indosso in velocità. Nel frattempo i tafani si divertono a bersagliarci gambe e braccia.  La spiaggia è a 200 metri. Scendiamo e si, ancora una volta Paola aveva ragione, è bellissima. Ci sono solo 4 persone e possiamo fare qualche bella foto sfruttando la luce rossastra del tramonto. Abbiamo prenotato la cena per le 19.00, sono le 17.30. Ci rimettiamo in cammino e ci rendiamo conto di quanto sia davvero in pendenza la strada! dopo 10 minuti di camminata spezza-gambe, arriviamo in cima col battito a 200 e la necessità di una bella doccia. Prima, però, usiamo la scusa della foto al tramonto per sederci sulla panchina con vista sulla foresta. Siamo in meditazione (...cercavamo di riprendere fiato...) e Gas mi dice che a due metri da me c'è un enorme ragno nero. Ah beh, giusto per stare più tranquilla! tiriamo fuori le macchine fotografiche e bersagliamo di foto  il nostro aracnide. Qualche minuto dopo, il proprietario del posto ci informa con noncuranza che si tratta di un Golden Silk Weaver Spider, un ragno velenoso ma non mortale. Meno male, mi sento meglio a sapere che potrei cavarmela con sole 24 ore di atroci dolori...O_O  
OK, il tramonto va a farsi benedire, non ho nessuna intenzione di rischiare la vita per una stupida foto! Dopo la sudata appena fatta e con l'umidità che c'è, è il caso di farsi una doccia. Recuperiamo le nostre cose e ci dirigiamo nei bagni comuni. Non male, pensavo peggio. Alle 19.00 ci sediamo per la cena. Una decina di minuti dopo ci viene servito un piatto che resterà nella nostra memoria per la delicatezza e lo squisito mix di sapori. E' un filetto di quello che in lingua aborigena si chiama Barramundi, un pesce di fiume. Lo presentano su un letto di patate arroste e spinaci appena saltati ed una deliziosa salsa di senape e crema di cocco. A dir poco squisito!!! concludiamo con un dolce al cioccolato altrettanto buono. Voto : 10. Si sono giocati la lode con il caffè macchiato, discreto ma non eccezionale. O forse abbiamo sbagliato noi a chiederlo, da buoni italiani. 
Bene, sono le 21.40 e siamo rimasti solo io e Gas nella hall a scrivere sul pc...mi sa che è già ora di dormire da queste parti....buona notte a tutti! domani ci aspettano 540 kilometri per arrivare ad Airlie Beach.
Golden Silk orb-Weaver Spider

lunedì 19 settembre 2011

Cape Tribulation e Palm Cove - 19 Settembre 2011

La notte è stata po’ tormentata : i maialini selvatici e tutti i loro amici della foresta, sembravano aver deciso di fare un party fuori dalla nostra porta. Urla, grugniti, rumori vari non ci hanno fatto dormire troppo bene. In più, ad ogni movimento il letto cigolava che era un piacere! La sveglia, incurante della nostra nottata quasi in bianco, suona puntuale alle 7.30. Questa volta la ignoriamo deliberatamente e dormiamo ancora una mezz’ora con gli occhi coperti dalle mascherina della Emirates : oltre ai vari rumori notturni, non esiste nulla che non lasci filtrare la luce del giorno in camera L. Purtroppo il giorno prima non abbiamo avuto il tempo di prendere qualcosa al supermercato (diciamola tutta : non esisteva un supermercato da quelle parti!) e non possiamo sfruttare la nostra mini-cucina. Rifacciamo per l’ennesima volta le valigie :ormai siamo dei veri esperti e riusciamo a sistemare tutto in pochi minuti. Aver  tradito la sveglia ci costa caro, sono le 9.00 e siamo appena usciti dal bungalow. Stasera si dorme a Palm Cove, ma prima è d’obbligo una tappa che già dovevamo fare ieri, Cape Tribulation. La nostra guida  la descrive come meta imperdibile, “là dove la foresta pluviale incontra l’Oceano”. Speriamo di non rimanere delusi dopo una presentazione del genere! Prima di tutto, però, ci fermiamo per colazione e, non essendoci molte alternative in zona, decidiamo di tornare al Crocodylus Village. Alla luce del giorno l’ambiente sembra migliore della sera prima. Non c’è più ombra di pubescenti a piedi scalzi e con i capelli arruffati e l’età media si è decisamente alzata. Ordiniamo due pancake con crema e frutta e due latte macchiato. Ci portano un pancake a testa,  diametro 25 cm. ed altezza 2 cm., con 1 kilo di crema vanigliata piazzata sopra.  La frutta è ananas a pezzetti. Dal bar, invece, ci arrivano un latte macchiato….ed un macchiato! Mi sa che non ci siamo capiti. Il pancake è inaffrontabile per il mio stomaco già debilitato da giorni di dieta molto poco mediterranea e non va giù nemmeno morto. Ne mangio 1 quarto e alzo bandiera bianca. Gas mangia il suo ma, incredibilmente, si rifiuta di finire il mio, deve fare proprio schifo! Vado a pagare e scopro che nel menù non c’era scritto “latte macchiato” ma latte sopra e macchiato sotto…per loro il “latte” è un latte macchiato, ed il “macchiato” è il nostro caffè macchiato. Ok, forse mi sono capita solo io dopo questa spiegazione….poco male, per una volta il caffè non era per niente male, e per 3,50 USD mi sembra anche giusto.
Cape Tribulation dista circa 26 kilometri da Daintree. La strada è come sempre una serpentina che passa tra foresta ed Oceano, il panorama è sempre molto piacevole. Arriviamo e parcheggiamo. La stradina che porta alla spiaggia attraversa un campeggio ed è incredibile : mangrovie a destra e a manca, ruscelli, pappagalli e farfalle. Ci sono anche i coccodrilli e sicuramente serpenti e molto altro, ma noi non vediamo nulla e camminiamo sciolti in mezzo alla natura. La spiaggia è come sempre molto bella, ma manca qualcosa : non ci doveva essere il fiume che sfocia nell’Oceano?? Giriamo in lungo e in largo, ma non c’è traccia del Ryker’s River. Come spesso ci è capitato in questi giorni, una coppia di Australiani ha notato il nostro sguardo perso nella cartina e si è fermata a chiedere se avevamo bisogno di aiuto. Il tipo, guarda caso, ha origini siciliane e mastica qualche parola di italiano. Quando ci da le indicazioni, però, ci parla in inglese “perché qui siamo in Australia e dobbiamo parlare inglese!”. E va beh, basta che ci dica dove andare, a noi va bene anche se parla aborigeno…dobbiamo risalire fino al parcheggio, prendere la macchina a proseguire fino a Beach House. Peccato, però, che quella strada non sia percorribile con la macchina a noleggio, se succede qualcosa l’assicurazione non ci copre. Alla fine ce ne freghiamo e ci andiamo lo stesso, quando ci ricapiterà di andare lì? Anche qui, come in tutti i posto che abbiamo visitato, il parcheggio c’è ed è sempre rigorosamente gratuito. Scendiamo e l’accesso è attraverso un villaggio bellissimo, sempre in mezzo alla foresta. Eccola la spiaggia che aspettavamo con ansia di vedere! Cape Tribulation deve il suo nome alle difficoltà che Captain Cook incontro quando, nel  1770, approdò qui con l’Endeavour perché “questo è il posto da cui cominciarono tutti i problemi”. In realtà, fu la vegetazione selvaggia il vero problema per chi approdò da quelle parti : in questo punto della costa, la foresta arriva fino all’acqua in alcuni tratti e, oggi come allora, i coccodrilli sono i padroni della zona. Le foto che abbiamo fatto non riusciranno mai a rendere giustizia alla bellezza di questa spiaggia, ai suoi colori, alle numerose farfalle che vivono qui, alla sabbia che sembra borotalco. Peccato che anche qui, come in tutte le altre spiagge, ci sia il pericolo meduse e persino il pericolo coccodrilli. Con un occhio chiuso ed uno aperto per controllare l’eventuale presenza di rettili nei paraggi, passiamo due orette a prendere il sole e passeggiare sulla battigia. Le uniche cubo meduse che vediamo sono morte e secche, per fortuna. Di rettili nemmeno l’ombra. Le ore di sole qui sembrano valere il doppio e, nonostante la protezione solare ed ancora un leggero colorito preso ad Eraclea beach, saliamo dalla spiaggia rossissimi. Sulla strada per Palm Cove ci fermiamo a mangiare un panino. Io prendo un Veg Burger, Gas, nonostante la mia totale disapprovazione, prende un panino con il coccodrillo. Non male, anche se a Gas è sembrato di mangiare pollo.
Sono le 16.30 e siamo a Palm Cove. La vediamo di sfuggita cercando il nostro albergo, il Mantra Anphora. Alla reception ci danno la chiave per la stanza 423A e le indicazioni per raggiungerla. Apriamo la porta e con sommo stupore scopriamo che vivremo per un giorno in un mini appartamento super arredato ed accessoriato e con vista sulla piscina centrale! Cucina con penisola, salotto con divano e Tv al plasma, lavanderia con lavatrice ed asciugatrice (e bustine di detersivo e ammorbidente), camera grandissima e bagno con doccia e vasca idromassaggio. Sul tavolo in cucina troviamo il benvenuto dello staff e gli auguri per la nostra luna di miele. Tempo di una doccia e la lavatrice è già in funzione a pieno carico : non abbiamo quasi più nulla di pulito e mancano ancora dei giorni al rientro in patria. Mentre scrivo, l’asciugatrice sta ultimando il suo lavoro….stasera mi tocca stirare!
Sono le 23.22….e l’asse da stiro mi aspetta. Buona notte a tutti!

Daintree Forest - 18 Settembre 2011

Uno scorcio del Mossman River
Non vogliamo proprio dormire in questa vacanza…anche oggi sveglia alle 7.00! ad onor del vero, alle sette è suonata solo per Gas che si è alzato lavato e sbarbato ed è tornato in camera che ancora dormivo alla grande. La nottata non è stata meravigliosa : dei ragazzi hanno confuso il nostro piano con un mercato rionale e alle 4.00 schiamazzavano in corridoio come se fosse stato pieno giorno. Sonno interrotto e tante maledizioni al loro indirizzo…alle 6.50 replica. A questo punto mi alzo dal letto come una furia ed esco in corridoio così come sono : magliettina, mutande, capelli per aria ed occhiaie fino alle caviglie. Ho detto poche cose, ma credo che sia stato soprattutto il mio aspetto a farli smettere immediatamente ^_^. Scendiamo per la colazione, oggi non ci va di girare 20 minuti per trovare un bar che faccia colazioni normali e non delle “colesteroliche” uova con bacon. Alla fine scopriamo che proprio dove alloggiamo, per soli 10 USD,  si possono mangiare dei semplicissimi toast con burro e marmellata e un caffè non degno di questo nome. Scegliamo il posto migliore, fronte piscina, consumiamo la colazione e facciamo il check-in out. Addio camera A305, ci mancherai!  Poco dopo le 8.20 siamo già in macchina diretti verso la Daintree Forest.  
Come al solito non riusciamo ad arrivare a destinazione senza fare deviazioni : oggi tocca al Mossman National Park. Il parcheggio è semi-deserto e la cosa non ci dispiace affatto. Zainetti in spalla e si comincia a camminare in mezzo alla foresta pluviale. Ci eravamo già stati, in un’altra zona, ma qui è davvero un’altra cosa : la vegetazione è, se possibile, ancora più fitta e ancora più selvaggia. A tratti, il rumore delle foglie mosse dall’aria ci spaventa : da queste parti non è così difficile incontrare animali pericolosi né rischiare grosso sfiorando semplicemente una pianta urticante.  Pur restando sempre un po’ all’erta, ci godiamo la nostra camminata. Il sentiero ci porta al ponte sospeso sul fiume e la traversata dall’altra parte della riva mi fa una certa impressione : ad ogni passo il ponte balla! Arrivo dall’altra parte senza mai guardare in basso.  Gas se la ride ed immortala le mie facce…tornando verso il parcheggio scendiamo verso il fiume ed il paesaggio è a dir poco stupendo : l’acqua ha tutte le sfumature del verde ed è trasparentissima. Disseminate in mezzo all’acqua ci sono rocce bianche di varie forme e misura. Laguna Blu ci fa un baffo! Concludiamo la passeggiata e torniamo alla macchina. Usciti dal parco riconsultiamo la nostra cartina e decidiamo di fermarci al Bruce Belcher’s Daintree River Cruises. Per 25,00 USD a testa, facciamo un giro di un’ora lungo il fiume Daintree alla ricerca di coccodrilli, serpenti ed uccelli. Vediamo tanti coccodrilli cuccioli, (8-12-20 mesi) e qualche bel esemplare di 3-4 metri. Ci fanno vedere anche qualche nido in mezzo alle mangrovie e vediamo un Green Snake allungato su un ramo. Intorno a noi volano come razzi delle rondinelle colorate : da una decina d’anni hanno eletto a residenza privata un angolo dell’imbarcazione con cui stiamo navigando. Ogni tanto, arrivano e ci volano di fianco o sopra la testa ad una tale velocità che risulta impossibile fare foto a fuoco. Cerchiamo tra le rive qualche pitone, ma niente da fare. Il giro è finito, si rientra. Per chi come noi ha fatto il tour delle 12.00, è previsto un piccolo pranzo : una Beef Pie ed una bibita a scelta. Provo ad affrontare il tortino di carne ma, oltre ad essere bollente, ha anche un aspetto che mi ricorda la carne per i gatti. Sarà stata l’autosuggestione, ma il boccone fatica a scendere…non è per me! Cedo la mia parte a Gas che, come al solito, non disdegna e trangugia. Ringraziamo e ripartiamo. Lo stomaco gorgoglia ma sono fiduciosa che, strada facendo, troveremo un supermercato o un posto dove mangiare qualcosa di decente. ..
Piccolo di 12 mesi
La strada che porta verso Daintree Forest e Cape Tribulation passa per lo più in mezzo alla foresta ed è molto piacevole da percorrere.  Per attraversare il Daintree River prendiamo il ferry : forse 40 secondi di traversata, USD 22,00 andata e ritorno. Mi verrebbe da dire me co….paghiamo e passiamo dall’altra parte del fiume.  I segnali stradali si sprecano e Gas necessita di tutta la mia concentrazione e collaborazione per riuscire a guidare senza infrangere la legge, evitando cadute di sassi, passaggi di Cassowary  (mai visto uno nemmeno per sbaglio), cercando di non investire canguri saltellanti, arrivando a velocità moderata sui dossi con i sassi in cima, andando a 40 all’ora in alcuni punti e 100 subito dopo. Pochi kilometri di strada a concentrazione elevatissima! Probabilmente  affaticati dall’ultimo tratto di strada, non riusciamo a trovare il Daintree Bungalow…accidenti, eppure le indicazioni sono chiarissime! Gira e rigira, Gas nota casualmente la strada giusta e la imbocca con sicurezza : è proprio lei! Pochi minuti dopo siamo parcheggiati vicino al nostro bungalow.  Sono le 14.30 e ci troviamo in località Cow Bay. Il posto è come lo avevamo visto su internet, bungalow in legno costruiti su palafitte in mezzo alla foresta. Ad aspettarci non c’è il proprietario ma una lavagnetta di legno su cui ci viene indicato il nostro alloggio, “Gastone Cabin #1”. Andiamo a vedere e troviamo le chiavi sulla porta. All’interno c’è tutto quello che ci serve : un letto, un tavolo con le sedie, una mini cucinetta con qualche pentola e l’immancabile bollitore, un bagno e degli asciugamani che finalmente sanno da bucato e non da disinfettante per comunità. Tutto in legno, tutto pulito, tutto in ordine. Perfetto! Lasciamo giù le valigie e andiamo in spiaggia un paio d’ore. La Cow Bay si trova a circa 1 kilometro da noi e la quantità di mucche al pascolo che vediamo strada facendo danno un senso al suo nome . La spiaggia è di sabbia corallina e, come sempre, quasi deserta. Ci stendiamo nell’unico posto al sole che c’è a quell’ora (il sole cala alle nostre spalle, non verso l’Oceano) e cerchiamo di riposarci un po’. L’aria è molto fastidiosa e ci rende impossibile rimanere stesi. Dopo pochissimo, l’olio protettivo che abbiamo messo per evitare di scottarci, diventa una specie di attira sabbia : in 5 minuti sembriamo carta vetrata! Nel frattempo, a farci compagnia, arrivano dei ragazzi hippy con 6 cani al seguito, 3 pittbull e 3 di non so quale razza. I cani giocano e si rincorrono, ci divertiamo a guardarli. I loro proprietari sono mezzi fatti e mezzi ubriachi, ma sono gentili, ci sorridono e ci offrono anche un drink che non accettiamo. Il sole scende sempre di più e preferiamo non rimanere in spiaggia al tramonto, è poco prudente dal momento che la zona è habitat di coccodrilli. Tiriamo su le nostre quattro cose e andiamo a farci una doccia. Finalmente conosciamo il proprietario del Daintree Forest Bungalow, un certo Eddy. E’ un tipo simpatico, sulla cinquantina. Ci spiega un paio di cose su come funziona lì e ci da qualche dritta per la cena e la colazione del giorno successivo : Daintree non è esattamente un posto che offre molto da questo punto di vista. Alla fine decidiamo di cenare al Crocodylus Village, è a pochi metri da noi e sembra essere poco costoso. Sono le 18.30 e siamo seduti a tavola, pazzesco. Qui l’orario di cena è 18.30/20.30, poi tutti a casa. Il posto è piuttosto indescrivibile : nel mezzo della foresta , reception, ristorante, alloggi sono tutti in legno e ben mimetizzati in mezzo alla natura. E’ un posto alla buona, senza pretese, ma ha un suo indiscutibile fascino e stile. Prendiamo posto ed ordiniamo due piatti tra quelli proposti nel menù del giorno. Per Gas una specie di zuppa con noodles e frutti di mare (che fa quasi fatica a mangiare), per me pollo arrosto con patate (discreto). Per accompagnare il tutto, prendiamo due birre australiane. Il cibo sembra fatto in casa, ma i gusti sono distanti anni luce dai nostri purtroppo.  Il prezzo è onestissimo e, alla fine, esageriamo e prendiamo anche il dolce, una torta al cioccolato ed un cheesecake con  frutti tropicali, per niente male. Mentre mangiamo, ci guardiamo intorno e l’ambiente assume sempre più le sembianze di una comune : diciottenni a piedi scalzi leggono stesi su divani assortiti posizionati sotto una tettoia o mangiano yogurt e cereali in posizione yoga sulle panche. Età media forse 20 anni. La cosa divertente è che né io né Gas ci sentiamo fuori luogo J. Con la pancia piena e l’alito da cipolla (la mettono ovunque…) torniamo al bungalow dove, 1 ora dopo, crolliamo dal sonno. Prima di chiudere gli occhi, notiamo un piccolo geko che gira per la camera, ma la stanchezza è tale per cui, addormentandoci, ci auguriamo solo che non decida di camminarci in fronte. Sono le 22.30, buona notte!

sabato 17 settembre 2011

Port Douglas - 17 Settembre 2011

Quicksilver VIII
Altro giro, altra sveglia...alle 8.00! oggi è un grande giorno, la barriera corallina ci aspetta! il pick-up in hotel è alle 9.15. Arrivati al porto, sbagliamo subito fila e cerchiamo di salire sull'imbarcazione sbagliata. Un tipo simpatico, convinto che italiano e spagnolo siano la stessa cosa, ci accompagna nella direzione giusta e ci evita di perdere il tour che attendiamo di fare da tempo. Saliamo a bordo di un mega catamarano della Quicksilver e a farci compagnia ci sono almeno un centinaio di persone. Usciamo dal porto alle 9.45 circa e ci dirigiamo verso una delle piattaforme posizionate sulla Great Barrier Reef. La barca corre veloce e quasi si fatica a stare sul sun deck. Il sole scotta, temo che la mia protezione 15 sia del tutto insufficiente per evitare scottature...
La Piattaforma
A bordo ci viene offerta la colazione, il che non ci dispiace visto che non abbiamo ancora mangiato. Prendiamo un caffelatte e ci tocciamo dentro un paio di biscotti, il minimo indispensabile per avere un pò di energia prima di entrare in acqua ed il massimo per non rischiare la congestione.
Dopo più di 1 ora di navigazione e dopo aver rischiato il mal di mare, vediamo in lontananza la sagoma della piattaforma. Contemporaneamente vediamo l'Oceano cambiare : a tratti,  il blu si tinge di azzurro e turchese, le onde si infrangono sul reef. Che spettacolo! di fronte a noi c'è la barriera corallina più grande e più bella del mondo, l'emozione sale alle stelle. Attracchiamo sulla piattaforma ed il catamarano viene collegato ad una base più solida e meno ballerina. Scendiamo tutti e diamo un'occhiata alle varie attività proposte. Vogliamo fare snorkeling e non capiamo a chi dobbiamo rivolgerci. Finalmente capiamo cosa fare e andiamo a ritirare le mute e le maschere per immergerci. L'occasione è unica e, credo, irripetibile : decidiamo di noleggiare la macchina digitale per fare foto subacquee e portare a casa un ricordo di questa giornata. Sulla piattaforma c'è molto movimento, soprattutto un sacco di famiglie con bambini, tutti con le mute e pronti per immergersi. Io e Gas scendiamo dalla piattaforma ben fasciati nelle nostre mute ed indossiamo pinne ed occhiali. Non amando l'acqua alta, scendo con un pò di ansia...lo shock termico, la paura delle jellyfish e degli squali, faranno il resto! il freddo dell'acqua mi rende difficoltoso respirare ad un ritmo normale. Gas si immerge in queste acque ricche di vita, io resto ancora un minuto appesa al pontile e poi decido di dare qualche colpo di pinna per dare un'occhiata sotto. Non mi sento in forma, troppa ansia e troppo freddo. Tra l'altro detesto la maschera e non sono abituata alle pinne : faccio un giro di qualche minuto all'interno della piattaforma e risalgo battendo i denti. La mia avventura sul reef finisce così, miseramente. Fortunatamente ho avuto il tempo di vedere i coralli ed una buona varietà di pesci, il resto me lo gustero' in modo meno romantico dal fondo trasparente della struttura, ma almeno non tremo più come un foglia e respiro normalmente! Gas fa il sirenetto in mezzo all'Oceano : incurante del freddo, pinna di qua e di là come un pesce. Dopo quasi mezz'ora sono costretta a richiamarlo all'ordine prima che vada in ipotermia! quello che c'è lì sotto non si puo' capire : la barriera corallina è enorme, piena di pesci e di colori. A perdita d'occhio c'è un brulicare di vita impressionante, riusciamo persino a vedere una grande tartaruga. Togliamo le mute e cambiamo costume, c'è una brezza niente male lì in mezzo. Il tour prevede un pranzo a buffet e ne approfittiamo volentieri. Ci mettiamo sul piatto 2-3 assaggi di cibo non meglio identificato e ci sediamo a mangiare sul ponte. Prima di ripartire in direzione del porto, decidiamo di concederci anche un giretto sul semi-sommergibile, una barca con la parte sottostante completamente trasparente e sommersa dalla quale è possibile vedere benissimo il fondale. Il giretto dura si e no 15-20 minuti, ma quello che vediamo sotto è incredibile. Ormai sono le 4 del pomeriggio ed è ora di rientrare. L'Oceano è mosso e balliamo un pò, ma il nostro stomaco regge bene. Attracchiamo e l'autobus ci riporta in hotel. Tempo di fare una doccia ed aggiornare il blog, poi usciamo per la cena. In centro non sembra sia sabato sera : a differenza di ieri, c'è forse la metà della gente. Ma dove sono finiti ttti?? scopriamo che mezza cittadina è dentro a due o tre locali che trasmettono la partita di rugby australiano. Decidiamo di fermarci al ristorante messicano e ci mangiamo una Enchilada e Chili con carne. Discreto, ma non entusiasmante. Due passi in centro e poi torniamo in albergo. E' mezzanotte e siamo stanchi....buona notte a tutti!

Port Douglas - 16 Settembre 2011

La sveglia suona come sempre troppo presto. Sono le 7.00 e siamo in piedi (quasi) pronti per una nuova giornata. Riportiamo le funzioni vitali a regime con una bella doccia e via si parte. Il tour non puo' cominciare senza una buona colazione e puntiamo dritti verso il centro di Cairns. I locali che offrono colazioni più o meno abbondanti sono molti, ma la nostra scelta cade su "Villa Romana", non tanto per il desiderio di qualcosa di italiano, ma per la sua posizione frontemare. Il sole brilla, l'aria tiepida ci porta l'odore dell'Oceano. Eh si, siamo finalmente al caldo e, dopo aver battuto i denti per quasi 10 gg., non ci sembra vero. Ordiniamo le colazioni più semplici che offre il menù : per me pane caldo con marmellata e burro ed un cappuccino; per Gas uova e spinaci con toast e del succo di ananas. Paghiamo USD 24,00 e andiamo a farci una passeggiata sul lungomare, The Explanade. Nonostante sia presto, la cittadina è già piuttosto vivace. Ci sfrecciano accanto mamme in tenuta sportiva che fanno jogging spingendo i passeggini, nonni che camminano con i nipotini e tante famiglie che si preparano per la giornata di sole. Proprio di fronte all'Oceano c'è una bellissima piscina, la Lagoon. E' enorme e parte da un'altezza di 0,45 mt. per arrivare ad 1,50 mt. sulla parte più alta....ed è del tutto gratuita! tutto intorno ci sono posti all'ombra dove stendersi ed un certo numero di tavoli utilizzabili liberamente per i picnic. Ma la cosa che ci entusiasma di più in assoluto sono le 3 strutture per cucinare alla griglia, sempre gratuitamente! ognuna di queste conta 4 postazioni. Ci sono le istruzioni per accendere le piastre ed un'unica richiesta per chi volesse utilizzarle : pulire e sistemare prima di andarsene. Per come abbiamo conosciuto gli Australiani, non abbiamo dubbi che a fine giornata non ci sarà nemmeno una carta di caramella per terra.
Ad un certo punto sentiamo cantare e suonare e vediamo un pò di gente ferma in un punto del parco. Ci avviciniamo : un gruppo di aborigeni sta facendo uno spettacolo per sovvenzionare i nativi australiani. Ci sistemiamo in mezzo alla gente ed ascoltiamo volentieri le loro canzoni. Finito lo spettacolo, torniamo alla macchina e ripartiamo. La nostra destinazioni oggi è Port Douglas, a soli 60 km. da Cairns.
La giornata ci invoglia ad arrivare subito a destino e buttarci in spiaggia per una giornata di sole e relax. ma strada facendo i nostri programmi saltano miseramente : c'è troppo da vedere in questo paese e non vogliamo perderci nulla delle bellezze che offre. Riprogrammiamo la destinazione e ci dirigiamo a Kuranda, piccolissima località tra le montagne del Great Dividing Range. Arriviamo e ci sembra di essere a Gardaland! il paesino è pieno di mercatini e piccoli ristorantini, non c'è tantissima gente e ci godiamo l'atmosfera coloniale che si respira qui. A tratti, veniamo sbalzati indietro di 50 anni, quando Kuranda era meta degli hippies : ci sono ancora negozietti che vendono abitini a fiori ed oggettini vari fatti a mano e, ancora oggi, arrivano ragazzi e ragazze in furgoni coloratissimi. A farci tornare indietro nel tempo è anche un gruppo di quasi ottuagenari che parlano veneto. Tendiamo le orecchie pensando di aver preso un abbaglio : ad occhio e croce, vista l'età, è alquanto improbabile che possano aver affrontato un viaggio di più di 20 ore in aereo! Sorridiamo ad un gruppetto di signore e chiediamo da dove vengono. "Semo venete" ci rispondono! una di Castelfranco, una di Pederobba, l'altra di Treviso...quando apprendono che siamo veneti anche noi, è una festa : in pochi minuti veniamo circondati da un gruppetto di simpatiche vegliarde che sembrano non vedere l'ora di parlare con noi. Fanno parte di un gruppo di veneti della provincia di Treviso che vivono ad Adelaide (una novantina in tutto) che annualmente organizza una gita fuori porta. Vivono in Australia chi da 50 anni e chi addirittura da 60! l'inglese è la loro lingua madre ormai, ma tra loro parlano solo ed esclusivamente veneto e, tra l'altro, il veneto che noi non parliamo più. E' divertentissimo sentirli mentre mescolano parole di inglese e dialetto trevisano purissimo! saranno qui da 60 anni, ma l'accento lo hanno mantenuto praticamente integro. Scambiamo qualche battuta e ci salutiamo. Rido pensando che hanno storto un pò il naso quando hanno capito che Gas non parla il dialetto ^_^.
A pochi metri dal mercatino, c'è la Scenic Railway, il treno che porta i turisti in mezzo alla foresta pluviale ed arriva sino a Cairns. La linea ferroviaria su cui corre, fu inaugurata nel 1891 dopo 9 anni di lavori e e più di 2 milioni di metri di terra rimossi. L'idea del giro su un treno storico ci attira e decidiamo di chiedere informazioni sul costo dei biglietti : USD 71,00 a testa se vogliamo fare andata e ritorno, USD 46,00 se vogliamo arrivare a Cairns (e tornare a Kuranda a piedi...). Ci riflettiamo un pò e decidiamo che la foresta possiamo vederla anche in altro modo, risparmiamdo 142 USD! di fatto, la camminata che porta alle Barron Falls, nel mezzo del Barron National Park, si fa proprio in mezzo alla foresta pluviale ed è del tutto gratuita. Arrivati sulla zona panoramica da cui si vedono le cascate, restiamo un pochino delusi : rispetto a quanto si vede sulle foto, c'è molta meno acqua e l'effetto scenico un pò si perde. In effetti, la portata del fiume è maggiore nel periodo dei monsoni, quindi da Dicembre a Febbraio....insomma, come al solito arriviamo nei posti migliori fuori stagione! Poco male, scattiamo qualche bella foto e risaliamo. La foresta pluviale è indescrivibile...abbiamo provato a fotografarla e riprenderla in tutti i modi, ma non c'è nulla che renda giustizia alla bellezza di questa natura così selvaggia....e altissima!! camminiamo su una passerella di legno sospesa sopra la foresta e non sappiamo più da che parte guardare (anche perchè eravamo un pò preoccupati per la fauna locale : serpenti, rane ed altre amenità, tutte rigorosamente mortali). Ci impressiona particolarmente il rumore che c'è lì in mezzo : pappagalli ed una miriade di altri volatili fanno un baccano incredibile. La Rainforest è enorme e sembra parlare.
Le ore passano e vogliamo assolutamente vedere i coccodrilli prima di arrivare a Port Douglas. Secondo la cartina non dovremmo essere troppo distanti dall'Hartley's Crocodile Adventure. In effetti, impieghiamo poco più di mezz'ora per arrivare al parco. L'Hartley's è un'oasi naturale in mezzo alla foresta. Qui è possibile ammirare non solo coccodrilli  in libertà, ma anche moltissime specie di uccelli, koala, tartarughe. Il biglietto di ingresso costa 66,00 USD a testa ed è valido 3 giorni. Saliamo a bordo di un'imbarcazione da palude, a chiglia piatta e con grate che impediscono ai turisti di sporgersi in acqua ed ai coccodrilli di saltarci in braccio durante il tour. Il nostro Caronte si chiama Jason e sembra il fratello gemello di Mr. Crocodile Dundee. Ci spiega le cose da non fare durante il tour e, in particolare, ci chiede di non oltrepassare mai la corda che ha posto come limite tra noi e lui e di non mettere le mani sulle grate laterali. Il tour comincia e vediamo apparire subito i primi coccodrilli. Qualcuno arriva sfiorando il pelo dell'acqua, altri non si fanno vedere finchè non sono attaccati all'imbarcazione. Ad un certo punto Jason si ferma in mezzo alla palude e tira fuori la pastura : lo spettacolo comincia! i coccodrilli arrivano da ogni parte della palude e sembrano avere capito cosa li aspetta. Jason chiama ognuno di loro per nome ed è in grado di dirci misure e peso di ognuno di loro. Butta i primi bocconi puzzolenti in acqua e vediamo fauci aprirsi e file di denti aguzzi scintillare sotto il sole. Siamo solo in 6 ma facciamo casino come se fossimo in 50! i "wow" si sprecano, nessuno di noi aveva mai visto nulla del genere prima. Jason infila un boccone in una specie di lungo bastone sottile e lo tiene a forse 2 metri da noi sospeso per aria : quasi svengo dalla paura quando da sotto la barca spunta un coccodrillo e salta fuori dall'acqua di almeno 1 metro e mezzo (e non più di 50 cm. da me!) per prendere il cibo! il CLAAACK che ha fatto la mandibola chiudendosi mi resterà impresso per un bel pò. Mentalmente penso che non vorrei mai avere a che fare con un soggetto del genere....arrivano altri coccodrilli e vediamo dei bei salti in mezzo all'acqua. Il tour continua e Jason ci porta a fare conoscenza con il decano del gruppo e l'esemplare più grosso del parco, Ted : 5,20 mt. di lunghezza per 900 kili di salute. Ha i suoi anni, gli manca un occhio, probabilmente perso durante una lotta, ha perso tutti i denti e, visto che non risponde ai vari richiami di Jason, deduciamo che sia anche sordo! Nonostante tutto, però, vanta la bellezza di 16 femmine nel suo harem. Insomma, anche ai coccodrilli l'età conferisce un certo fascino. Di Ted riusciamo a vedere solo le terga e la grossissima schiena che sbuca dall'acqua. Per il resto nulla, ci ignora deliberatamente. 
Scendiamo dalla barca pienamente soddisfatti per aver vissuto questa esperienza indimenticabile e torniamo alla macchina. Il sole sta calando e vogliamo arrivare a Port Douglas prima di sera. 
Dopo 30 kilometri circa, arriviamo sulla Port Douglas Road. Il nostro albergo, il Mercure, dovrebbe essere qui. Giriamo in lungo e in largo ma dell'albergo non c'è l'ombra. Decido di chiedere informazioni e scopro che il Mercure è recentemente diventato un Ramada....arriviamo e facciamo il check-in. Ci fanno le congratulazioni per il matrimonio e ci informano che per cena riceveremo, come omaggio per la nostra luna di miele, una bottiglia di vino australiano frizzante. Il Ramada è in un posizione pazzesca : la struttura sorge nel mezzo della foresta e la reception, enorme, è totalmente aperta. Camminiamo sulla passerella che ci porta in camera e ci impressioniamo ancora una volta per la grandezza dei pippistrelli locali : sembrano polli con le ali lunghe! lasciamo le nostre cose in camera e andiamo a cena. Per me un piatto a base di pesce, per Gas una T-bone steak con insalata. Arriva la nostra bottiglia e facciamo un brindisi a noi e alla nostra luna di miele, alla salute del Ramada! bevo si e no un calice e, a fine pasto, noto che Gas ha un'aria piuttosto rilassata ed è fin troppo ridanciano. Controllo la bottiglia : vuota!! ridiamo fino alle lacrime per qualsiasi cavolata e, finita la cena, porto Gas a smaltire la sbornia facendo due passi. Ore 23.30....a letto! e domani mattina si parte per la barriera corallina!! buona notte a tutti

giovedì 15 settembre 2011

Cairns - 15 Settembre 2011

La nostra vacanza al caldo è ufficialmente cominciata! al nostro arrivo troviamo un bel sole caldo ad accoglierci. Ritiriamo la nostra auto, una Hunday Getz, e ci dirigiamo verso il nostro albergo. Nessuna difficoltà per uscire dall'aeroporto nè in mezzo al moderato traffico cittadino; Gas affronta le prime rotonde in scioltezza. L'albergo si trova in Florence Street ed ha l'aspetto di una casa coloniale. Il check-in è rapido e in pochi minuti otteniamo le chiavi della camera, la n. 312. Velocissimo pit-stop e partiamo subito con il giro di ricognizione della città. Cairns si trova nella parte Est del continente australiano ed è una cittadina turistica molto carina. Dopo le ore passate in aereo, necessitiamo di sgranchirci le gambe con una passeggiata sul lungo mare. La città è già abbastanza vivace e pullula di bellissimi locali sulla spiaggia e una grande varietà di negozi e ristoranti. Camminando arriviamo nella zona del porto e decidiamo di fermarci lì per la cena. Il locale di chiama Bellavista ma di italiano non ha rigorosamente nulla! ordiniamo due steaks con purè di patate ed insalata accompagnate da due pinte di birra, paghiamo 34 USD. A Sydney la stessa cena sarebbe costata quasi il doppio. La serata è bella, l'aria calda, si sta veramente benissimo all'aperto. Veloce giro del centro, acquisto di un paio di souvenirs e poi via a nanna. Destinazione di domani : Port Douglas! la barriera corallina ci aspetta....

Adelaide - 14 Settembre 2011

Alle 10.30 ci attende il volo della compagnia REX per Adelaide. Arriviamo con largo anticipo in aeroporto e consegnamo le chiavi dell’auto.  L’aeroporto di Kingscote fa quasi tenerezza. E’ piccolissimo ed ha solo lo stretto indispensabile, a partire dal personale : un check-in anni ’70 (con hostess gentilissima che ci fa pesare il bagaglio su una bilancia pesa-persone che avrà almeno 50 anni), un bagno, il baracchino della Hertz, l’immancabile distributore di bevande e 2 mini-gates posizionati sull’atrio. Un signore di mezza età, che abbiamo appena visto bere in parcheggio, è l’addetto ai bagagli. Li alza faticosamente e li fa sparire nel nulla dietro ad una porta. Li rivedremo pochi minuti dopo transitare in pista trasportati su un carrello arrugginito.  Voliamo con un Saab 340, un piccolo aereo ad elica che trasporta una quarantina di persone. Il volo è ancora una volta tranquillo ed arriviamo ad Adelaide 35 minuti dopo. Ritirati i bagagli, attendiamo lo shuttle che ci trasferirà in città. Il nostro albergo è appena fuori dal centro e, a dispetto dell’impressione avuta guardando l’edificio da fuori, all’interno non è per niente male. Ci consegnano le chiavi della camera, la n. 107, e saliamo. La camera è molto carina e sembra anche piuttosto pulita. Lasciamo giù le valigie e scendiamo per chiedere qualche informazione alla ragazza della reception. Ci fornisce una cartina e ci evidenzia i punti di maggiore interesse , visitabili in mezza giornata. Il primo stop sarà al Central Market, è ora di pranzo e siamo affamati. Il primo impatto con la città ci lascia un po’ perplessi, sembra più una periferia e nemmeno troppo bella. Arriviamo al Market in 5 minuti e ci troviamo praticamente a ridosso di Chinatown. Il posto pullula di locali che offrono cucina orientale ad ottimo prezzo. In mezzo a questo ristorante gigante ci sono i posti a sedere. Più che un Market, ci sembra l’anticipo di una Fiera del Rosario all’orientale. I piatti che vediamo sono abbondanti e sembrano anche appetitosi. Dopo un’attenta analisi, la scelta ricade su un BBQ che fa piatti di carne di pollo o agnello. Per 22 USD ci fanno un piatto unico molto abbondante di carne con contorno di insalata greca. Ottimo!!! Scopriamo poi che uno dei due proprietari si chiama Spyro ed è greco.
Dopo aver soddisfatto l’appetito, continuiamo il giro della città. Arriviamo nella piazza principale, Victoria Square. Non ci impressiona per niente a dire il vero, e cominciamo a sospettare fortemente che ci sia un motivo  se ci è stato consigliato di starci solo 1 giorno. Strada facendo, vediamo una serie di palazzi menzionati nella guida : Municipio, Palazzo delP, l’Ayers House, la Cattedrale di St. Peter, ecc. La città è stata fondata solo nell'800 e non si può pretendere di trovarci chissà quali palazzi storici. Entriamo nel campus dell’Università di Adelaide, molto bello! Riusciamo anche a fotografare qualcuno dei tanti pappagalli che schiamazzano sugli alberi. La giornata è molto bella e, per la prima volta da quando siamo in Australia, abbiamo quasi caldo. Non può mancare una visita ai Giardini Botanici, inaugurati nel 1855, ricoprono un’area di 20 ettari. Niente a che vedere con i Royal Bothanic Gardens di Sydney, ma sicuramente vale la pena farsi una bella passeggiata in mezzo a questa vegetazione rigogliosa. Concludiamo la giornata con una passeggiata nel cuore pulsante della città e dello shopping, Rundle Mall. Verso sera si riempie di artisti di strada e, seduti su una panchina, ci godiamo le note di Candle in The Wind suonata con il piano.  I negozi chiudono prestissimo, così come la maggior parte dei locali e dei ristoranti. Non abbiamo molto appetito, ma decidiamo di concederci un golosino in uno dei Breadtop disseminati per la città. Fanno focaccine dolci e salate con la pasta del pane e una grandissima varietà di farciture. La scelta ricade su una specie di krapfen, una tortina alle mele ed una al cioccolato. A dir poco favolose!!!
Rientriamo in albergo e, finalmente, riusciamo ad utilizzare il nostro notebook per collegarci al web. Tra chiavetta ed attivazione, abbiamo speso 110 USD, praticamente una rapina a mano armata. E’ l’una passata e decidiamo di dormire….domani si parte per Cairns, il reef ci aspetta. E spero ci stiano attendendo anche sole e caldo!

mercoledì 14 settembre 2011

Kangaroo Island - 13 Settembre 2011

La sveglia suona alle 7.00...facciamo colazione e partiamo. Oggi vogliamo vedere molte cose e cerchiamo di sfruttare al meglio le ore di luce. Ci dirigiamo verso la parte Nord dell'isola. Vediamo Cape d'Estaing, Cape Cassini, Stokes Bay e Snelling Beach. Alte scogliere, spiagge di sabbia bianchissima, oceano
meraviglioso...ogni volta pensiamo di aver visto il meglio, ma non è così! ad ogni baia rimaniamo estasiati, è incredibile quanto la natura qui sia selvaggia e bellissima. Sbagliamo strada e ci addentriamo in una zona completamente isolata. Improvvisamente vediamo due aquile reali volare sopra la nostra macchina.
L'apertura alare ed il colore del piumaggio  ci impressionano, sono enormi! stanno cacciando e volano nervose sopra di noi. Siamo nel posto sbagliato, le stiamo disturbando. Facciamo marcia indietro e le lasciamo in pace.
Procediamo verso la parte Ovest dell'isola. Scendendo nell'entroterra, visitiamo alcuni posti indicati nella cartina come zone di interesse. Una di queste è la Snake Lagoon. Il nome mi fa pensare ad un covo di serpenti e già tremo all'idea di trovarmi una vipera velenosissima di fronte. Parcheggiamo ed andiamo alla scoperta di questo sito e, sorpresa sorpresa, non c'è traccia di acqua e men che meno di serpenti! ci guardiamo e ridiamo : le foto ci ritraggono praticamente in mezzo ad una distesa di...nulla! camminando sul sentiero una specie di grande iguana ci sbarra la strada. Mi preparo a scattare un pò di foto ma, tempo di
estrarre la macchina fotografica dalla tasca, accenderla e zoomare, il rettile se l'è già data a zampe levate in mezzo alla vegetazione. Riesco a fotografarlo di sfuggita e mi accontento di averlo visto dal vivo. Leggendo i cartelli, scopriamo che lo Snake, Re incontrastato di questa laguna che non c'è, è proprio lui! La strada che ci porta al Faro di Cape du Couedic passa attraverso il parco nazionale Flinders Chase. La vegetazione è molto
rigogliosa ed il viaggio in mezzo alla natura ci entusiasma. Nel parco è possibile ammirare (se si è fortunati) molte specie animali e moltissimi uccelli, oltre ad una incredibile varietà di piante ed alberi. Per strada notiamo un cartello con scritto "Koala Walk". Non abbiamo ancora visto un koala in libertà e decidiamo di entrare. Il parco è gestito da volontari e per accedervi chiedono un'offerta di soli 2,50 USD a testa. Passeggiamo tra file di eucalipti e non vediamo nemmeno mezzo koala. In compenso vengo ripetutamente attaccata da una specie di corvo che tenta di beccarmi la testa : urlo come una pazza in mezzo agli alberi e cerco di ripararmi sotto dei rami. Un gruppetto di canguri se la ride a pochi metri di distanza. Gas si diverte come un pazzo e cerca addirittura di estrarre la macchina fotografica dallo zaino per immortalare la scena. Desiste dopo essere stato fulminato dal mio sguardo a metà tra l'arrabbiato ed il terrorizzato. Uno dei volontari si avvicina e ci chiede
quanti koala siamo riusciti a vedere. Lo guardo con sospetto : dice sul serio o mi sta prendendo per i fondelli???!! rispondo con un secco "nessuno"! mi guarda con compassione e mi dice che le bandierine
arancioni non sono lì per bellezza, ma per indicare che sopra a quell'eucalipto c'è un koala. Ringrazio a denti stretti e vado a verificare : il koala c'è ma è così in alto che non saremmo mai riusciti a vederlo! ormai sappiamo dove guardare e giriamo a testa in su per tutto il parco. Mi tengo alla larga dal corvo (credo mi attaccasse perchè passavo troppo vicino al suo nido ben nascosto) e conto almeno 5-6 koala addormentati tra i rami. Mi chiedo come facciano a dormire con tutto il chiasso che fa una scolaresca in visita
alla riserva! eppure non si muove di un millimetro e non alza nemmeno mezza palpebra.In libertà ci sono anche dei canguri. Tra questi c'è una femmina con piccolo nel marsupio. Ci guardano con curiosità, ma continuano a farsi gli affari loro e non si avvicinano. Un signore ci indica un ammasso di grossissimi vermoni neri e bianchi : sono Spitfires. Do un'occhiata, mi schifo, e me ne vado. All'uscita del parco fotografiamo i pappagalli.Anche questi vivono nella riserva in assoluta libertà. Ci rimettiamo in macchina e guidiamo fino a al Faro di Cape du Couedic. Qualche kilometro prima di arrivare, noto delle lapidi dentro ad un recinto, vicino al ciglio della strada. Si tratta del cimitero dei custodi del faro. Ci sono lapidi del 1800 ed alcune molto più recenti. Tra queste, quella di un certo Dario Cinzio. Che uno dei custodi dia stato italiano?
Arriviamo al faro ed incontriamo una numerosa scolaresca in visita. Decidiamo di non aspettare il tour guidato che inizia solo un'ora dopo e scattiamo qualche foto del faro e del paesaggio circostante. Non male, ma c'è di meglio...Scendiamo un pò più a Sud e notiamo casualmente un cartello che indica la Hanson Bay. Controllo nella cartina e non è indicata come baia degna di nota, ma siamo in anticipo sulla tabella di marcia e decidiamo di scendere e vedere com'è. Quello che vediamo ci resterà nella memoria per sempre : la spiaggia,aassolutamente deserta come tutte quelle sino ad ora visitate, è di sabbia bianchissima. Un piccolo fiume di acqua rossa scende sulla spiaggia e va a fondersi con l'acqua turchese dell'Oceano. Il risultato sono delle onde di un colore particolarissimo che si infrangono sulla riva. Togliamo le scarpe e camminiamo sulla sabbia. E' fredda e bagnata ma stranamente morbida.I granelli quasi non si attaccano sulla pelle. Proviamo ad
immergere i piedi in acqua, ma è freddissima e la corrente è abbastanza forte. Ci limitiamo ad ammirare questo scenario per un po' sicuri che non vedremo mai più nulla del genere. Torniamo verso Kingscote ed Emu Bay. Un lungo serpente nero con dei cerchi bianchi ci taglia la strada. Riusciamo a non investirlo ma non facciamo in tempo a fotografarlo. Poi è la volta di due canguri che si fermano in mezzo alla strada e ci
guardano un istante prima di saltellare via, in mezzo al bush. Qualche kilometro dopo vediamo anche due wallabies e riusciamo a fotografarli! sono spaventati e non approfittiamo troppo della loro momentanea immobilità. Appena giriamo la macchina, spariscono nel nulla. Prima di rientrare, decidiamo di concederci una cena in un locale in centro. Qui si trova solo pesce freschissimo che cucinano al momento, fritto,grigliato o lesso. Prendiamo un fish&chips ed una specie di fritto misto locale molto speziato. Tutto ottimo! Dopo di noi, entrano altre due coppie di italiani. Tutti in viaggio di nozze, tutti sposati il 3 Settembre! scambiamo qualche
parola ed entriamo in simpatia con una coppia di Varese. Finita la cena, andiamo insieme al Penguins tour di Kingscote. Costo 17,00 USD a testa. Promettono meraviglie : una numerosa colonia di pinguini nani australiani (35 cm. di altezza per 1 kilo/1 kilo e mezzo di peso) rientra la sera dalla pesca e si rifugia sulle rocce della baia (rigorosamente recintata). Visto che i pinguini trovati per caso la sera prima erano troppo spaventati per essere fotografati, proviamo a fare il tour e speriamo di ricavarne qualche scatto decente. La guida è una ragazza del posto : un curioso incrocio tra un personaggio di Grease ed una brutta copia di Barbie ballerina. Capelli biondo platino, fascia in testa che lascia spuntare dei ricciolini che le incorniciano il viso paffutello ed un make-up degno di Lady Burlesque. L'accento australiano è fortissimo, sembra abbia
una collezione di biglie in bocca. Parla a voce altissima, se la ride e se la racconta. Fa una serie di battute che capisce solo lei e che puntualmente ricevono sguardi preoccupati (per la sua salute mentale) e piuttosto perplessi. Ha tutta la mia simpatia! a parte il fatto che per l'ennesima volta mi trovo a non capire quasi nulla, la trovo divertente e molto disponibile. Il tour ci porta a visitare una parte della baia di Kingscote. Ci viene chiesto di parlare a voce bassa, stare sempre dietro la guida, non toccare i pinguini e non fotografarli col flash. Tutti eseguono prontamente gli ordini...ad eccezione della nostra beniamina che sbraita per più di mezz'ora portando scompiglio generale tra i pinguini! per indicarci i pinguini usano torce a luce rossa. Ci ammassiamo in venti sopra di lei per fare delle foto e, alla fine, scopriremo di aver fotografato solo roccia e qualche alga...finito il tour sentiamo di aver appena buttato nel WC 34 dollari e ridiamo per non piangere. Invitiamo a coppia di Varese a seguirci fino ad Emu bay per vedere se riusciamo a vedere seriamente qualche piccolo
pinguino. Saliamo in macchina, accendiamo i fari e...di fronte a noi 3 pinguini in fila zampettano verso il pontile!!! ci guardiamo tutti e 4 increduli e, sentendoci beffati, scendiamo dalla macchina per fotografarli. Il resto della serata passa tra mille risate per questa scena da "Madagascar".
Piccola parentesi che non piacerà a mia sorella : a Kangaroo Island i gatti non sono i benvenuti. Come sanno fare solo in Australia, il gatto è stato introdotto perchè mangiasse dei topi locali. Peccato che i gatti non si filassero i roditori nemmeno di striscio, preferendo altre specie animali, come il pinguino per esempio. Essendo il pinguino in via di estinzione,  ora si trovano a dover arginare il problema dei gatti. Tra gli aussie c'è un detto che tradotto dice : i gatti migliori sono quelli schiacciati sull'asfalto. Morale : chi vuole tenere un gatto, deve microchipparlo, portarlo a spasso al guinzaglio, fare in modo che non possa uscire dal proprio giardino. Tutti i gatti senza proprietario sono a rischio e verranno "ridotti di numero" in qualche modo.Anche questa è Australia!

Qualche nota veloce :
- ovunque si vada, c'è sempre un bagno pulito (gratuito) e con la carta igienica sempre disponibile! persino nelle spiagge deserte, incredibile
- gli australiani sono tipi simpatici e molto cordiali. Se vi vedono in difficoltà, si fermano a chiedere se avete bisogno di aiuto. Sperate di non averne bisogno, perchè non capirete quasi nulla delle loro spiegazioni.
- i prezzi a Sydney sono alle stelle, ma basta uscire dal centro città per vederli scendere. Ad Adelaide i prezzi sono notevolmente ridotti e si mangia spendendo quasi la metà.
- abbiamo scoperto perchè il loro caffè fa così schifo (tipo quello americno...) : con quello che costa, l'australiano pretende che ci sia anche una quantità che giustifichi il prezzo!
- la parola più utilizzata qui è "sorry", anche quando a pestargli il piede innavertitamente sei tu.
- a Kangaroo Island gli automobilisti si salutano come i bikers, tenendo le mani ferme sul volante ed alzando
contemporaneamente un indice ed un sopracciglio. Dopo avere girato l'isola in lungo e in largo, Gas era amico di tutti i 4,400 abitanti incrociati per strada ^_^
- a Kangaroo Island ci sono solo 3 poliziotti e l'isola è lunga 160 kilometri ed è larga circa 70. Lavorano dal lunedì al venerdì fino alle 5 del pomeriggio e, se avete bisogno di loro nel week-end, potete lasciare un messaggio in segreteria e verrete richiamati il lunedì successivo. Esiste un giornale locale che prevede aun trafiletto sui fatti salienti dell'isola...puntualmente vuoto. Negli ultimi anni il fatto più clamoroso è stato il furto di qualche litro di detersivo in una lavanderia a gettoni!

E' l'una passata...andiamo a letto. Buona notte a tutti!

Kangaroo Island - 12 Settembre 2011

La sveglia suona alle 7.30. Il sole è già alto e la temperatura è gradevole. Ann, sapendo che al nostro arrivo avremmo trovato tutto chiuso in città, ci ha lasciato sul tavolo della cucina un cesto con latte,caffè solubile, burro, marmellata, miele e pane per la prima colazione. Mangiamo guardando la baia e non vediamo l'ora di cominciare il tour dell'isola. Fuori il tempo sembra bello, ma la temperatura non supera i 16-17 gradi e c'è un vento fastidioso. Saliamo in macchina e decidiamo di andare subito a vedere la baia sottostante, Emu Bay. La spiaggia di sabbia bianchissima, il colore ed il rumore dell'oceano ci fanno pensare che sia la più bella che abbiamo mai visto! in realtà, sarà forse la meno bella che vedremo...e questo la dice lunga sulle meraviglie che offre quest'isola. I locali ci dicono che la temperatura non è normale di questa stagione : l'inverno fatica a cedere il passo alla primavera e le giornate sono ancora stranamente fredde e ventose. Ma è proprio grazie a questo tempo che abbiamo la possibilità di vedere l'isola semi-deserta e visitare qualsiasi posto senza incontrare praticamente anima viva! Ci dirigiamo verso Seals Bay, nella South Coast. Sappiamo che lì c'è una numerosa colonia di leoni marini e non vediamo l'ora di poterli vedere da vicino. La strada è pressochè deserta, incontriamo forse due macchine in un'ora. Durante il tragitto ci fermiamo spesso a fotografare il paesaggio (praticamente ci fermiamo ogni 5 minuti...) : strade asfaltate che diventano improvvisamente sterrati di colore rosso, una vegetazione rigogliosa che si trasforma in una spettrale foresta di alberi bruciacchiati, alti alberi che diventano tipico bush australiano. In pochissimi kilometri vediamo il paesaggio cambiare di continuo, di tanto in tanto baciato dal sole che fa capolino tra le nuvole e ci fa sentire il tiepido calore della primavera in arrivo. A lato della strada vediamo comparire i primi animali autoctoni : vediamo un paio di ekidna, qualche wallaby e un po' di opossum. Per il momento non c'è ombra di canguri. Dopo circa un'ora di strada e con diversi stop per vedere baie meno conosciute ma comunque bellissime, arriviamo
a Seals Bay. C'è un ufficio informazioni che funge anche da biglietteria e shop. Apprendiamo che per visitare la baia ci sono due alternative : la self-guided walk, una camminata su una sorta di passerella in legno sospesa che permette di arrivare a vedere la spiaggia ed i leoni marini dall'alto. Costo 15,00 USD a testa. In alternativa, c'è la visita guidata che dura circa 40 minuti e ti porta direttamente sulla spiaggia. Costo USD 30,00. Ci sentiamo splendidi e decidiamo di fare questo investimento : non ci capiterà forse più di ammirare questi deliziosi animali così da vicino! La nostra guida è un australiano tipico sulla quarantina : alto, cappello da Indiana Jones, fortissimo accento locale e borraccia in tasca. Fatico a capire la sua spiegazione, ma lo marco stretto e cerco di tradurre quello che posso a Gas. Oso addirittura fare alcune domande...che tali sono rimaste dal momento che le risposte sono state per lo più incomprensibili!! scendiamo sulla spiaggia :i leoni marini (un centinaio) sono sdraiati pigramente al sole e si stringono gli uni agli altri per tenersi caldi. Alcuni di loro sono appena rientrati dalla pesca : sono stati in mare 3 giorni ed hanno percorso almeno 100 kilometri!
ci sono alcune femmine che allattano i cuccioli ed è uno spettacolo veramente emozionante. Uno dei piccoli emerge da un'onda e scivola velocemente a riva. La guida ci spiega che il fatto che fosse in mare da solo significa che ha finito il training con la mamma e che, quindi, deve avere almeno 10 mesi di vita. Avanza goffamente sulla spiaggia e si guarda intorno alla ricerca della madre : annusa l'aria, studia le sagome stese sulla spiaggia e, non trovandola, la chiama gridando. Qualche metro più in là la mamma fa capolino da un gruppo di femmine e risponde al richiamo.Il piccolo le va incontro e si stende al sole. Non sarebbe stato possibile vedere tutto questo dal pontile...Salutiamo i leoni marini, diamo un'ultima occhiata a questa meravigliosa baia e ripartiamo. Strada facendo notiamo delle montagne imbiancate...possibile si tratti di neve??? assolutamente no! decidiamo di verificare da vicino. La strada è tutta un susseguirsi di salite e discese e ci sembra di metterci un'eternità a percorrere quelli che dovrebbero essere si e no 15 kilometri! arriviamo in uno spiazzo e parcheggiamo la macchina. Secondo la nostra cartina dovremmo essere a Little Sahara...ma non vediamo il deserto! fiduciosi cominciamo a camminare in mezzo al bush e, appena dietro la vegetazione, ci troviamo di fronte ad un paesaggio surreale : il deserto c'è ed è un'immensa distesa di sabbia bianchissima! il contrasto tra cielo plumbeo e sabbia chiara ci regala qualche scatto molto bello. Soddisfatti, decidiamo di continuare il nostro tour. La nostra destinazione è Vivonne Bay ed è piuttosto vicina a dove ci troviamo.
Arriviamo che sono quasi le quattro del pomeriggio ed il sole comincia a calare. Parcheggiata la macchina, camminiamo verso la baia. La vista della baia ci lascia senza parole. Il tramonto tinge di rosso le rocce e l'oceano (Indiano) si infrange violentemente sulla scogliera trasformandosi in candida spuma bianca. Arriviamo più vicino possibile all'oceano, pur tenendo una discreta distanza di sicurezza (pare che anni fa un Primo Ministro australiano sia scomparso travolto da un'onda...). Il rumore dell'Oceano è incredibile e fa quasi paura! anche in questo caso, abbiamo il privilegio di visitare questo posto completamente soli. Soddisfatissimi per la giornata trascorsa in mezzo a tanta bellezza, ci mettiamo sulla via del ritorno. Ormai sono le cinque
passate e non è prudente guidare al tramonto. In effetti, al calar del sole gli animali escono allo scoperto e, finalmente, riusciamo ad intravedere anche i primi canguri. Prima di rientrare ad Emu Bay, facciamo una veloce puntatina al molo di Kingscote. Secondo voci di corridoio, la sera è possibile vedere i pinguini australiani che rientrano dalla pesca e si riposano sotto i pontili o nascosti tra le rocce. Evidentemente,però, sono nascosti troppo bene e non riusciamo a vederne nemmeno uno. Un pò delusi, saliamo in macchina e facciamo retromarcia per uscire dal parcheggio. I fari accesi illuminano una siepe e notiamo del movimento strano : sono piccoli pinguini spaventatissimi (ed anche un pò accecati dai fari...) che cercano di mimetizzarsi tra i rami! l'emozione è talmente grande che quasi dimentichiamo di spegnere le luci per non infastidirli! dopo qualche minuto di osservazione a distanza, li lasciamo tranquilli e risaliamo. Strada facendo,notiamo che molti pinguini attraversano la strada e si rifugiano nei giardini delle case ^_^.
Ore 22.30, ci facciamo un'ottima pasta col tonno, poi doccia e nanna.